Італійська преса про Україну та українок


Подібні публікації – хороший крок в напрямку формування більш проукраїнської позиції Італії і італійського уряду. Італійська “Коррієре делла сера” опублікувала 23 лютого хороший матеріал про Українську жіночу варту і її голову Олену Білецьку, що вже 8 років, з початку війни, готує дівчат і жінок України до опору, до порятунку свого життя і життів своїх близьких.
Для італійців важливо знати, як ставляться до ситуації українські жінки, як в Україні сприймають чергове просування агресії Росії. Не забуваймо: в Італії не тільки велика кількість наших заробітчан і велика українська діаспора – там ще й потужне російське лобі. Переламати вплив котрого – наш стратегічний інтерес.


Olena Biletska, che ha insegnato a combattere a 30 mila ucraine: «A Kiev le uniche file sono quelle fuori dai negozi che vendono munizioni. Siamo pronti ormai»
Di solito Olena Biletska, 39 anni, i corsi li tiene il sabato e la domenica, quando non lavora come avvocata. Ma dopo che Putin ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk e ha dato l’autorizzazione a usare la forza militare, le donne ucraine sanno che imparare come difendersi non è più un’opzione. «Nelle ultime ore ci sono arrivate centinaia di richieste per attivare nuovi corsi in preparazione a un attacco», racconta al telefono Olena che nel 2014, dopo l’invasione e l’annessione della Crimea alla Russia, a Kiev ha fondato la Ukrainian Women’s Guard, la Guardia delle donne ucraine. «Qui insegniamo le basi del combattimento e della sopravvivenza. L’autodifesa, ma anche come preparare un kit d’emergenza, come trovare l’acqua e il cibo, difendere i bambini, proteggere gli anziani in caso di conflitto».
In otto anni, oltre trentamila donne hanno partecipato alle sue lezioni che oggi tiene nella sala principale del municipio di Kiev. «Da settimane riceviamo chiamate da tutto il Paese, abbiamo attivato anche dei corsi online. Siamo stanche quanto gli uomini di subire l’invasore. Non vogliamo i russi in casa. Abbiamo visto quello che è successo in Crimea e che sta succedendo nel Donbass: questa è la nostra terra e dobbiamo difenderla».
Sono sempre di più le donne ucraine che si uniscono all’esercito. Uno studio recente racconta che compongono quasi il 16% del corpo militare, il doppio rispetto al 2014 – in Italia sono il 7%.
«Ai nostri corsi partecipano donne di ogni età, le più giovani hanno 15 anni, le più anziane 70. Molte delle nostre allieve poi entrano a far parte dell’esercito regolare». Come Tania Habeliuk, 37 anni, che ci risponde nel suo giorno di riposo. «Sono una paramedica, fino a qualche settimana fa ero nel Donbass. Nel 2017 sono entrata a far parte delle forze armate, mio marito non ha capito la mia scelta e ci siamo lasciati. Mia figlia ha 14 anni, non la vedo da mesi se non in video, sa che combatto per la sua libertà».
Anche Olena è madre di due ragazze di 16 e 11 anni e un ragazzo di 18 che studia a Varsavia. Da cinque mesi è incinta, aspetta una bambina: «Io e mio marito Oleksandr non abbiamo né il tempo, né lo spirito per pensare al nome. Il mondo scrive che l’Ucraina sta per entrare in guerra, in realtà noi ci siamo dentro da otto anni», dice.
Impressiona sentirla parlare. Quando si pensa a una popolazione sull’orlo di un conflitto, ci si immagina la paura, il panico, la disperazione, ma Olena dà tutta un’altra idea: «Se passeggi per Kiev vedi i bar e i ristoranti pieni, le scuole aperte. Putin voleva vederci in fila per il cibo, ci voleva in ginocchio. Le uniche file sono quelle fuori dai negozi che vendono munizioni. Siamo pronti ormai».
Lo sono anche le bambine e i bambini che oggi vanno a scuola con il gruppo sanguino scritto sulla maglietta, in caso di attacco. «Da fuori, immaginare questa scena deve essere terribile», continua lei, «invece per noi quelle scritte sui vestiti dei nostri figli vogliono dire una possibilità in più per salvarli. Sapere cosa fare è l’unica vera arma che abbiamo». Olena pensa che la parità di genere passi anche da questo: «L’Ucraina non è solo degli uomini. In questi anni abbiamo capito che l’attivismo e l’unione delle donne è una chiave importante per la resistenza».
Ieri sera le sue figlie guardavano la televisione con lei, sul divano. Racconta che dopo le parole di Putin le hanno detto: «Non ti preoccupare, non abbiamo paura».
Greta Privitera
Corriere Della Sera